giovedì 19 novembre 2009

UN PRANZO IN STATALE?

Avete mai pranzato nella mensa di Festa del Perdono? Beh, non vi siete persi nulla. Gli studenti che studiano e vivono nella grande sede storica della Statale sanno che bisogna tenersene alla larga, se non altro per il fatto che, tutto intorno alle mura dell'ateneo, bar, baretti, pizzerie, kebappari, indiani, piadinerie, etc. offrono a costi minori o uguali cibo di qualità migliore: una per tutti la mensa delle ACLI di Via della Signora , a cento metri dalla mensa dell'università, che per 6,50 euro offre pasti completi.
In realtà la questione è ben più grave.
La possibilità di mangiare un pasto caldo, e buono, ad un prezzo contenuto dovrebbe essere una certezza per gli studenti universitari; e infatti in gran parte degli altri atenei italiani non capita di spendere 7-8 euro per un pasto. In altre città il CIDIS (ex ISU), o chi per lui, si preoccupa di rimborsare gran parte del costo del pranzo: le mense costano come da noi, ma, se si presenta il tesserino universitario, si paga la metà.
E' troppo pretendere che la mensa sia un posto confortevole e di socializzazione? Non hanno diritto gli studenti a mangiare in tranquillità (senza essere cacciati appena finito il pasto), a fare colazione ripassando gli appunti prima di un esame, a discutere di filosofia, storia o geografia sorseggiando una birra in compagnia?
A queste se ne aggiungono alcune che rivelano aspetti più inquietanti: perché le porte di sicurezza della mensa sono sprangate? Come mai la Statale appalta la ristorazione a una ditta scadente, cara e che fa ampio uso di manodopera precaria?
Uninversi ha iniziato il suo percorso sulle mense con una serie di provocatori pranzi sociali a base di cous-cous vegetariano e con un filmato che riprende le uscite di sicurezza bloccate dai lucchetti (primavera scorsa. n.d.r.) che sarà a breve pubblicato sul sito. Ora intende sviscerare il problema con un'indagine approfondita che parta dalle colpe del CIDIS fino al ruolo dell'amministrazione e dell'Aspam (la ditta appaltatrice. n.d.r.).

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