giovedì 19 novembre 2009

IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA

Troppe volte si sentono i media o le autorità attaccare gli artisti di strada riempiendosi la bocca di parole come “graffitari” (se va bene) o “imbratta-muri”, “vandali” senza però sapere in realtà di cosa stanno parlando... Questa rubrica si propone di introdurvi al complesso mondo dei graffiti e più in generale dell’arte di strada, focalizzando la vostra attenzione su questi esteti oltremodo bistrattati e sulla loro produzione artistica. Preciso subito che la street art non ha nulla da spartire con le scritte della Lega, anche se non ci si è mai spiegato come mai quelle non siano mai oggetto di critiche né di sanzioni!

Il difficile rapporto con la società e le istituzioni
Il titolo della rubrica, racchiude già in sé molte componenti di questa arte, che oltre ad un mero lavoro di pittura, ha come retroterra una mentalità di rottura con la società. Evitando di generalizzare, questi artisti sono molto lontani dai soliti schemi e dalla logica del profitto, un po' come K. Haring che, munito di un gessetto, era capace di dipingere un cartellone pubblicitario per strada, mentre le sue opere valevano migliaia di dollari.
L’arte di strada è molto particolare anche per la sua eterogeneità, che impedisce di delimitarne i confini in maniera univoca, tant’è vero che nessun gruppo di artisti ha dato vita ad un manifesto della Street Art. Questo fatto si ricollega al voler uscire dagli schemi di una società come la nostra che, ormai, ti dice come compiere ogni singola azione della tua vita, oltre che come pensare, portando quindi all'abbrutimento totale del concetto di originalità. I murales puntano invece proprio a colpire per la loro stravaganza, che può anche essere dettata dall’estrema semplicità della linea. Alcuni artisti infatti creano disegni quasi infantili, ma che in realtà celano dietro di sé uno studio accurato ed un’abilità non dissimile da quella che veniva nascosta dai corti versi di Ungaretti. Altri invece puntano a risvegliare gli animi creando volutamente reazioni, talvolta anche con disegni di non facile comprensione. Ma soprattutto non si pongono mai limiti, né nel creare né riguardo dove creare, quasi ogni superficie diventa una tela i cui limiti di spazio sono dati solo dalla mente dell’ “imbratta-muri”.
Tutti questi motivi rendono di difficile comprensione agli occhi dei profani l’operato di questi pittori, causando quindi seri problemi anche nel rapportarsi con le autorità. D’altra parte le istituzioni, invece di capire i meccanismi e le idee che permeano quest’arte, ne fanno un bel fascio e gli danno fuoco in blocco. Ancora una volta quindi assistiamo alla repressione indiscriminata che si sostituisce ad un eventuale dialogo. Ma l’estro degli artisti è, come al solito, ostinato e contrario a farsi incatenare, è infatti solo grazie alla loro perseveranza se negli anni recenti si sono inaugurate mostre come “Street Art, Sweet Art” tenutasi a Milano nella primavera del 2007. Occasioni quindi per far nascere un effettivo scambio di idee, ma ancora troppo sporadiche perché qualcosa cambi.
La linea politica tenuta dall’Amministrazione Moratti lo ha ampiamente dimostrato, basandosi sulla tolleranza zero invece che sul dialogo (a parte l’eccezione costituita da Sgarbi, il cui vero intento è forse più cavalcare un’onda che difendere realmente delle opere). Un esempio di questa repressione è costituito dalla rovinosa campagna "I lav Milano". Rovinosa perché l’obiettivo di coinvolgere i cittadini nella pulizia di Milano è fallito, mentre la spesa per pagare le ditte appaltatrici delle operazioni di pulizia dei palazzi ha superato la colossale cifra di 25 milioni di euro, senza riuscire peraltro nell’intento. Sorgono quindi delle domande. Perché curare sempre l’aspetto e l’immagine invece della sostanza? Perché non cercare di risolvere i problemi in maniera costruttiva, ma reprimere soltanto? E soprattutto in una città come Milano in cui gli spazi aperti a tutti sono pochi e i mezzi pubblici sempre più inefficienti perché non usare quei soldi per il loro potenziamento con beneficio di tutti?

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