Ultimamente, in particolare al di fuori dell'italico stivale, sta imperversando un'aria pesantissima sul Vaticano. In Italia ovviamente la bufera è arrivata sotto forma di leggera brezza primaverile ma, la gravità delle accuse ha fatto sì che qualche cosa sfuggisse alle maglie del controllo e arrivasse anche qui. Da una parte le accuse di pedofilia ecclesiastica, dall'altra gli insabbiamenti avvenuti grazie all'intervento delle gerarchie.
Curioso che tante denunce pubbliche dal balcone papale non siano state seguite dalle uniche denunce che abbiano una qualche utilità pratica, quelle penali. Curioso anche perché, in quanto prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede lo stesso Ratzinger deve essere venuto a conoscenza di situazioni sufficientemente gravi da essere passibili di denuncia, eppure nulla, il vuoto, il grande silenzio. Anzi, gli unici documenti che rivelano stralci di corrispondenza dell'allor prefetto indicano tutt'altra linea di condotta: l'attesa vince sull'azione.
Pur di sviare l'attenzione dal reale svolgimento dei fatti e dalle responsabilità individuali e culturali, si è preferito inventare una cospirazione massonico-ebraica e paragonare la pedofilia all'omosessualità, dando prova di un radicamento sulle stesse posizioni dei precedenti secoli (tuttavia possiamo sperare che, come per Galileo, i Beatles e la lapidazione della donna infedele sulla pubblica piazza anche su questo fra qualche millennio la santa sede esprimerà posizioni lievemente più aperte).
Si è notato che molto spesso i preti accusati di pedofilia vengono generalmente trasferiti in parrocchie italiane, una frequenza che potrebbe sembrare qualcosa di più di una mera coincidenza. Forse un indizio può essere il fatto che lo stesso partito di destra che ieri voleva “sterilizzare” i pedofili oggi fa scudo attorno al pontefice sbandierando il fantasma della cospirazione massonica.
Il trucco è vecchio quanto collaudato, una volta accusati e nell'impossibilità di provare la propria innocenza basta svilire gli accusatori ed i testimoni e allora ecco arrivare la sacra arrampicata sui vetri; la colpa non è da attribuirsi all'omertà ecclesiastica o alla repressione sessuale richiesta dalla disciplina clericale, la colpa è dei costumi, del disfacimento morale, o magari del singolo sacerdote che prima di essere prete è omosessuale (sic) ma non si disperi perché la scienza vaticana provvederà a curarlo e non dal desiderio di stuprare bambini ma da presunte “inclinazioni omosessuali” che sarebbero la causa prima del pernicioso atteggiamento. La cosa sarebbe di un delizioso humour nero se non implicasse sofferenze psicologiche atroci per le vittime. C'è da notare poi come la criminale storiella che equipara pedofilia ed omosessualità dimentichi le bambine vittime di abusi clericali; del resto, perché questa farsa grottesca sia anche solo pensabile, si devono cancellare le bambine e costituire giocoforza una gerarchia delle vittime: “I bambini non li abbiamo toccati e chi lo ha fatto era un finocchio che per sbaglio è diventato prete. Le bambine ? Quali bambine? Noi non abbiamo visto nessuna bambina”. Anche questo atteggiamento non ha nulla di sorprendente ma è, invece, decisamente normale per una gerarchia sessista e patriarcale barattare una ridicola scusa con l'integrità psicofisica delle donne.
La crocifissione della vittima per render salvo il carnefice non è l'unica strategia di copertura; si può anche ricorrere alla delegittimazione del sistema giudiziario tesa, quest’ultima a dimostrare che non serve che la questione sia trattata da un tribunale laico dato che esiste già una giustizia vaticana che dispone di metodi efficacissimi di indagine e condanna. Metodi come il “crimen solicitationis”, un documento interno della Congregazione per la Dottrina della Fede che delinea la procedura di diritto canonico destinata a trattare i casi di abusi sessuali per i quali ovviamente viene prescritta la più assoluta segretezza durante tutte le fasi del dibattimento.
Anche qui la faccenda è tragicomica visto e considerato che si pretende il predominio d'un tribunale interno, privo di qualsiasi giurisdizione reale, sul giudizio di un tribunale civile; passa poi la voglia di ridere quando ci si rende conto che questa pretesa è perfettamente coerente con tutto ciò che in passato è stato concesso al ministato vaticano: prebende ed elargizioni, esenzioni fiscali e dai controlli per l'operato dello IOR, leggi sanitarie su misura ed effettivamente non ci sarebbe nulla di strano se un bel giorno gli si concedesse pure di auto-assolversi dai propri crimini.
sabato 15 maggio 2010
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