Per abortire clandestinamente oggi non si usano più i ferri da calza ed il prezzemolo ha lasciato il posto ad un metodo molto più efficace, quasi invisibile: si chiama Cytotec ed è un gastroprotettore utile per la terapia delle ulcere gastroduodenali.
Può essere acquistato dietro ricetta medica alla modica cifra di 14 euro in farmacia e, se fosse un problema, il mercato nero può facilmente sopperire alla mancanza di prescrizione.
Le fasce "deboli", quelle più soggette all'uso del Cytotec, sono “casualmente” le meno tutelate dalla Legge 194: le straniere e le minorenni, soprattutto all’interno di quei contesti dove l’educazione sessuale scarseggia.
Se assunto nelle dosi indicate il farmaco non implica conseguenze diverse da un aborto spontaneo, per questo è difficile quantificarne l'uso.
Data la lenta assimilazione si assiste spesso a casi di sovradosaggio che implicano seri effetti collaterali, non ultimo, la morte.
L'uso del Cytotec è fortemente sconsigliato per l' interruzione di gravidanza: la stessa azienda produttrice elenca fra gli effetti collaterali la morte materna e fetale, l'iperstimolazione uterina, la rottura o perforazione
dell'utero, emboli da fluido amniotico, emorragie severe, ritenzione placentare.
L'aumento dell'uso di questo farmaco come interruttore di gravidanza, nell'ultimo periodo, non stupisce:
i numerosi attacchi alla 194, l'imbarazzante numero di medici obiettori e le fantozziane trafile burocratiche, sono già motivazioni più che sufficienti, ma se a questi dati si aggiunge il terrore suscitato dal Pacchetto Sicurezza e la convinzione, fomentata a lungo dai media, che i medici possano denunciare i migranti clandestini, si ottiene un quadro completo della situazione.
Il problema è particolarmente ostico e complesso, si tratta in realtà di due settori che non godono oggi di buona salute: il primo è l'autodeterminazione della donna, la possibilità di conoscere ed avere a disposizione tutti i mezzi per potere essere padrona del proprio corpo, il secondo riguarda i diritti umani delle donne straniere. Da una parte una società patriarcale, sempre più invadente, che vede la maternità come funzione ultima e naturale della donna in quanto angelo del focolare e l'uomo, ovviamente eterosessuale, potente capo della famiglia. Tutto ciò che non si conforma a questo modello viene quindi definito "deviante", qualcosa di malato che deve essere estirpato (qualcuno ha riassunto tale ottusa posizione utilizzando il termine "contro natura").
Dall'altra parte siamo di fronte ad una fascia di popolazione che viene tagliata completamente fuori dai diritti umani. Sulle spalle dei clandestini si sta costruendo un mercato vergognoso, in cui anche i diritti
fondamentali, come quello alla salute, devono essere acquistati in soldoni sonanti, un mercato in cui l'unica legge è dettata dal potente.
Le continue dichiarazioni razziste dei nostri governanti riempiono le prime pagine, mentre altre notizie
vengono accennate appena: una transessuale che si toglie la vita la vigilia di Natale nel CIE di Corelli; una prostituta a Bari che muore di tubercolosi, troppo terrorizzata dalla possibile denuncia per andare in ospedale, le donne che muoiono ogni anno di Cytotec perché a loro è preclusa la possibilità di abortire in ospedale.
Chi pensa che la 194 sia solo una legge che difende l'aborto è fuori strada: essa è nata per tutelare la salute e la consapevolezza della donna.
L’efficacia con cui viene applicata, parimenti, indica il livello di attenzione del nostro paese alle pari opportunità ed il fatto che ci siano tuttora molte persone che non riescono a beneficiarne implica che c’è ancora molto da fare.
mercoledì 17 marzo 2010
Posologia dell’aborto clandestino: il Cytotec.
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